Bestie da ufficio.- Una volta nella vita.-Capitolo sette.

Mi chiedo se ci sono avventure o esperienze che non abbiamo vissuto ma che una volta nella vita dovremmo vivere. Sto parlando di quelle esperienze che ti cambiano la prospettiva, il modo di vedere il mondo. Per esempio, la prima volta che un cucciolo di gnu, si trova a dover attraversare un fiume in piena che lo divide dai pascoli verdeggianti. Una volta superato a grandi balzi, il cucciolo di gnu guarderà ogni fiume con occhi diversi, perché quell’esperienza gli ha cambiato il punto di vista. Come gli animali selvatici, anche le Homo-piegate subiscono questi cambiamenti e imparano dalle esperienze vissute.

Charlie crede sia utile a tutti, per considerare i vicini di casa con un occhio diverso, avere un vicino che, non si sa bene perché, ha sempre la necessità di segnalare qualcosa. La lavatrice che fa rumore a orari strani, il cane che abbaia di notte, l’inquilino del piano di sopra che getta le briciole nel suo terrazzo, chi parcheggia fuori dalle righe, chi passa l’aspirapolvere proprio mentre lui sta dormendo.  Insomma avere un vicino rompi scatole che per ogni cosa citofona, insegna a non aprire la porta a nessuno. Rischi di lasciare fuori amici e conoscenti la prima volta che citofonano, ma poi anche loro impareranno che devono avvisarti se stanno per approdare alla tua porta e solo in quel caso Charlie aprirà. Tutto questo funzionerà finché il vicino non troverà il modo di intercettare le telefonate di Charlie e suonare un minuto prima dell’arrivo dell’ospite atteso. Di certo sarebbe un vero spasso, vedere la faccia di Charlie che apre senza porsi problemi e si trova davanti: il vicino insolente. Per questo le piegate si sono organizzate per installare una telecamera nascosta che punta sulla porta di casa di Charlie. I video registrati sono l’anima delle serate, che le piegate organizzano periodicamente. Ovviamente Charlie non è invita a queste serate.

Mariastella pensa che la giustizia divina, se esiste, ha tempi di vendetta un po’ troppo lunghi per i suoi gusti. Pensa che sia meglio, in alcuni casi, agire direttamente per far sentire le persone invadenti o inopportune, insomma, una vera schifezza. Per questo adora trattare male chi chiama, per qualsiasi tipo di pubblicità sul cellulare personale, senza che sia ben chiaro dove abbiano recuperato un numero di telefono che dovrebbe essere privato. Sentendosi incaricata del compito di garantire un po’ di giustizia umana, è pronta a tutto per fare del bene all’umanità. Lei vorrebbe che ogni operatore telefonico al mondo, una volta nella sua vita lavorativa, la chiamasse. Mettere in difficoltà tutti quelli che vivono grazie al telemarketing, è un suo grande sogno.

All’ennesima telefonata dell’operatore numero 13058 che propone un contratto per la fornitura elettrica vantaggiosissimo, Mariastella mette in atto il suo piano di giustizia universale.

Operatore 13058: “Salve Signora Mariastella la chiamo per offrirle un contratto di fornitura di energia elettrica molto vantaggioso.”

Bisogna ricordare che gli operatori non hanno punteggiatura, non hanno pause mentre parlano per impedire al malcapitato di replicare.

Mariastella: “Mi scusi ma lei…”

Operatore 13058: “Le chiedo cortesemente solo di dirmi a quanto ammonta l’importo della sua bolletta bimestrale”

Mariastella: “Perché le devo dare queste informazioni?”

Operatore 13058: “Perché noi possiamo dimezzarle i costi che sostiene ora”

Mariastella: “Voi riuscireste a dimezzare un importo, di cui non conoscete l’ammontare? Superate qualsiasi principio matematico…”

Operatore 13058: “Non sono autorizzato a rispondere a questa domanda perché le devo solo chiedere cortesemente di dirmi a quanto ammonta l’importo della sua bolletta bimestrale”

Mariastella: “Senta dove avete preso il mio numero?”

Operatore 13058: “L’azienda che le fornisce in questo momento l’energia elettrica ci ha comunicato i suoi dati.”

L’operatore inizia ad avere l’affanno, ma ricorda che quando ha firmato il contratto di lavoro, la clausola “È vietato prendere fiato mentre s’intervista il malcapitato, causa il licenziamento.” Era la prima delle 245 clausole controfirmate.

Mariastella: “Mi sta dicendo che l’azienda che mi fornisce ora il servizio, agevola i propri concorrenti a rubarle i clienti?”

Operatore 13058: “No, non è proprio così, alcuni contratti come il suo sono stati selezionati su un milione di contratti: dovrebbe sentirsi fortunata.”.

Mariastella capisce che l’operatore sta per andare in deficit d’ossigeno, non deve mollare la presa.

Mariastella: “Io mi sento importunata. Non ho nessun contratto per la fornitura elettrica a mio nome.”

Operatore 13058: “Come no? Come fa ad avere l’elettricità in casa?”

La clausola numero uno è stata infranta, come anche la clausola 142 “Non fare domande che non sono previste dal copione consegnato dalla direzione.”.

Mariastella: “Mi sono attaccata al palo per strada.”

La curiosità dell’ex operatore telefonico, ora disoccupato, ha la meglio.

Operatore 13058: “Signora e se viene un controllo?”

Mariastella: “Che controllino pure…”

Operatore 13058: “Signora, guardi che ci sono multe pesantissime.”

Mariastella: “Bene, la ringrazio per l’informazione, eventualmente pagherò la multa.”

Ormai diventata un’esperta in quest’arte, Mariastella fornisce una delle sue migliori prestazioni il giorno in cui riceve il seguente sms sul proprio cellulare:

“Dal 2 al 10 marzo, vieni a trovarci presso la nostra sede più vicina a te, e scoprirai come perdere dieci chili in un giorno. Per ulteriori informazioni chiama lo 0123 45678.”

Per ulteriori informazioni chiamare? Benissimo, non aspettava altro.

Qualcuno: “Pronto, centro dimagrante “I ciccioni spariranno”, sono Jessika.”

Mariastella: “Salve signorina Jessika, ho appena ricevuto un sms con le vostre offerte per perdere dieci chili.”

Jessika: “Bene, quando vuole venire? Prima si dimagrisce e prima si torna a essere una persona normale.”

Mariastella: “Senta Jessika, io non la chiamo perché devo dimagrire.”

Jessika: “Impossibile, oggigiorno, quasi tutti devono perdere qualche chilo.”

Mariastella: “Chiamo per chiedere dove avete preso il mio numero di cellulare.”

Jessika: “Il suo numero ce l’ha fornito lei sul sito www.chiamatemipureperqualsiasiofferta.it

Mariastella: “Mi scusi, se l’ho fatto, non ero cosciente. Forse l’ho fatto mentre ero piegata sul water e stavo vomitando.”

Jessika: “Come scusi?”

Mariastella: “Jessika, le chiedo di cancellare il mio contatto tra le vostre liste perché sto cercando di uscire dall’anoressia”

Jessika: “Ah…eh…”

Mariastella: “Forse dovreste fare una selezione dei vostri contatti, prima d’inviare questi ,messaggi. Buona giornata.”

Il sorriso di Mariastella, che, in questo momento di trionfo prende l’aspetto di un ghigno satanico, dimostra la sua soddisfazione.

A tutti sarà capitato di fare una figuraccia, di quelle che tieni nascoste dentro di te, come il tuo primo pensiero sessuale avuto a quindici anni.  Quella di Nunzia riguarda un telegramma per porgere delle condoglianze. In seguito alla morte del padre di un’ex collega, le piegate volevano dimostrare la loro vicinanza con un semplice ma sentito telegramma alla famiglia colpita dal lutto. Nunzia, dopo essersi vantata di saper fare i telegrammi con la semplicità con la quale Moira Orfei era in grado di cotonarsi i capelli, si offre volontaria per occuparsene.

Nunzia prende in mano la cornetta del telefono, senza accorgersene non compone lo zero che permette di prendere la linea telefonica con l’esterno, e compone solo il 187. Dall’altro capo del telefono, rispondono subito:

Interno 187: “Si pronto?”

Nunzia: “Salve, sono Nunzia dell’ufficio attività evolute. Chiamo perché è morto il padre di una collega e dovrei occuparmi delle comunicazione del caso per conto dell’azienda.”

Interno 187: “Una comunicazione in merito al decesso?”

Nunzia: “Sì, certo.”

Interno 187: “Ok, perfetto le chiedo le generalità della collega.”

Nunzia: “La collega si chiama Giuseppina La Sera, è morto il padre Antonio La Sera, al momento è all’estero.”

Interno 187: “In che paese estero si trova?”

Nunzia: “Venezuela.”

Interno 187: “Avrei bisogno dell’indirizzo di recapito.”

Nunzia: “Certo, allora dev’essere recapitato in via Malaga 54.”

Interno 187: “Quando è avvenuta la morte?”

Nunzia: “Eh di preciso non saprei, credo ieri notte.”

Interno 187: “Dobbiamo farlo con una cella frigorifera?”

Nunzia: “Cosa?”

Interno 187: “Dico, il trasporto della salma dobbiamo effettuarlo con una cella frigorifera?”

Nunzia: “Scusi, non capisco di cosa stia parlando.”

Interno 187: “Scusi ma è stata lei che ha chiamato l’ufficio trasporti internazionali dell’azienda, dicendo che doveva occuparsi della morte del padre morto di una collega. Mi sta chiedendo di organizzare il trasporto della salma dal Venezuela in Via Malaga 54”

Nunzia: “Ufficio trasporti internazionali?”

Interno 187: “Sì, con chi pensava di parlare?”

Nunzia: “Scusi, devo aver sbagliato qualcosa. Io volevo chiamare per fare un semplice telegramma.”

Interno 187: “Ah, ho capito. Deve fare il 187 ma prima deve fare lo zero, per prendere la linea esterna altrimenti chiama noi. In casi eccezionali ci occupiamo anche del trasporto delle salme di dipendenti e patenti di dipendenti.”

Nunzia: “Ah davvero? Non lo sapevo, buono a sapersi. Cioè no, scusi spero di non aver mai bisogno del vostro aiuto…mi scusi…nulla in contrario sul vostro lavoro… cioè insomma…forse è meglio che riattacchi.”

Interno 187: “Sì, forse è meglio di sì. Salve.”

Nunzia: “Salve.”

Il viso paonazzo di Nunzia impiega almeno dieci minuti prima di tornare al suo colore naturale. Nunzia si alza dalla scrivania e va a controllare che in corridoio non ci sia nessuno.

Bene, nessuno lo saprà mai.

 

 

Bestie da ufficio.- Una volta nella vita.-Capitolo sette.ultima modifica: 2019-09-30T09:00:18+02:00da D8_85
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