Bestie da ufficio.-Se non fossero piegate.-Capitolo dieci.

Mi chiedo se qualche animale, ha mai desiderato di essere un altro animale. Ci sarà stato un pesce che stufo di vivere in un banco di migliaia di elementi, ha desiderato di diventare un pesce rosso solo soletto, in tutta sicurezza in un litro d’acqua, sopra il mobile di un salotto di famiglia. Non posso credere che nessuna formica, non abbia mai desiderato di essere un formichiere o addirittura una cicala per riposare tutta l’estate.

Queste domande esistenziali le piegate, se le pongono di continuo. Ognuna di loro, si chiede cosa avrebbe voluto essere, se solo fosse stato possibile contrastare il proprio destino.

Carla avrebbe voluto aprire un negozio di scarpe e accessori, con un servizio di personal shopper. Nella boutique “Tacco 12” Carla non vende ballerine, ciabatte di plastica, scarpe basse. Questi oggetti sono pericolosi per la salute della nostra piegata. Solo alla vista di una ballerina, le convulsioni prendono il sopravvento, una febbre altissima la invade e c’è il rischio che dimentichi il nome dei modelli di abiti e scarpe, tutto in meno di quindici secondi. Oltre ad acquistare le scarpe con il tacco, cinture, borse, foulard esposti nel negozio, le clienti possono chiedere la consulenza di Carla che le assiste in tour di shopping per la città, per la modica cifra di uno stipendio per ogni giorno di consulenza. Le clienti di solito sono signore che ignorano parole quali, gonna a ruota, pantaloni a sigaretta e a palazzo, e altri vocaboli fondamentali per la sopravvivenza. Carla si sente come un Cicerone moderno. Grazie al suo lavoro erudisce le masse di donne e uomini che vivono in stato brado.

Charlie ha sempre desiderato vivere immersa nella natura di un gattile o qualcosa di simile. Sogna un mondo fatto di lettiere, croccantini, scatolette puzzolenti e urla di gatti in calore. Con l’aiuto di Carla, ha elaborato una versione glamour e redditizio del suo sogno. Il gattile si è trasformato in un hotel di lusso per gatti. I ricchi proprietari, possono portare le loro amate bestiole pelose da Charlie, quando vanno in vacanza o quando semplicemente hanno in programma una giornata impegnativa e non riescono a incastrare, tra un giro in centro e l’aperitivo, lo svuotamento della scatoletta nella ciotola. I clienti possono scegliere tra i seguenti servizi:

  • Pacchetto “minimo sindacale”: due scatolette di cibo per animali comprate al discount, acqua del rubinetto, due carezze al giorno, una coperta di lana fatta dalle nonnine del centro anziani della città.
  • Pacchetto “un po’ ci tengo al mio gatto”: due scatolette di cibo comprato al negozio per animali, merenda con crocchette, acqua della bottiglia, quattro carezze al giorno, una bella pettinata, una coperta con il logo dell’hotel.
  • Pacchetto “non ho figli, spendo tutto per il gatto”: cibo ordinato alla carta di un ristorante stellato per animali, merenda vegana per non appesantire la digestione, acqua di una sorgente naturale lontana dall’inquinamento, tre ore al giorno di carezze, coccole e giochi, piumino d’oca per riposare comodamente, un pianista che intrattiene con musica rilassante la bestiola.

I clienti possono rivolgersi a Charlie anche per servizi a domicilio. Charlie accorre per psicoterapia a gatti apatici, asociali e aggressivi. Riporta la normalità in case, dove il benessere della bestiola è più importante della morte della nonna. Il pacchetto “Dodici fatiche di Ercole”, è un servizio di personal trainer. Prevede il prelevamento dell’animale a domicilio ma poi si passa al parco dove, gatti grandi come una poltrona, fanno i loro primi passi verso la conquista di una mobilità autonoma. L’ultimo servizio inventato è denominato “Soddisfatto o restituito”. Charlie presta per quindici giorni un gatto a un potenziale nuovo padrone, che prova a diventare genitore di una bestiola. Al termine dei quindici giorni, può decidere se tenere o meno l’animale. Grazie all’uso di anestetici, antidepressivi o ricariche energetiche, Charlie regola l’animale in base al carattere del futuro padrone. La nonnina ottantenne rimasta vedova, che si sente sola e vuole compagnia, ha ricevuto un felino con la stessa vitalità di un termosifone. Il giovane ragazzo single appassionato di corsa e sport spericolati, ha ricevuto un gatto che dorme mentre corre intorno al tavolo perché non riesce a fermarsi. Charlie ha detto al ragazzo che gli occhi sbarrati e lo sguardo allucinato, sono una caratteristica della razza. Lei sogna un giorno, di salvare tutti i gatti senza padrone, salvo morti accidentali dovute a sbagliati dosaggi dei medicinali.

Mariastella che lotta quotidianamente tra il gusto di mangiare piatti saporiti e cercare di stare a dieta, per evitare di lievitare come la pasta madre, sogna di aprire un ristorante. Non un ristorante normale dove arrivi, ti viene portato il menù, ordini e mangi. “Ho la scusa che devo mangiare altrimenti muoio”, è un ristorante dove non esiste il libero arbitrio. All’entrata i clienti vengono poste una ventina di domande sulle proprie abitudini (cibo, attività fisica, lavoro, ecc.…) e classificati in due categorie. A sinistra ai clienti che hanno bisogno di perdere qualche chilo viene consegnato il menù “ Ho parcheggiato a duecento metri dal ristorante per poter mangiare senza sensi di colpa.”. Si può scegliere solo tra piatti leggeri, con circa venti calorie a porzione e l’ingrediente principale è l’acqua. La portata principale è la zuppa d’acqua e sale, non è previsto nessun alcolico.  I clienti in forma, che fanno sport e possono sfondarsi, ricevono il menù “Arrivo da sei ore di palestra, mi mangio anche i muri.” Quest’ultimo prevede quanto di più buono e calorico esista al mondo. Il piatto forte è la pizza di lasagna fritta di cannelloni ripieni di formaggio e pancetta al sugo di salsiccia, tutto accompagnato da vino rosso corposo. All’inizio della sua attività però, Mariastella non aveva considerato l’esistenza dei poveretti e dei fortunelli.  I poveretti sono coloro che, passano la vita a mangiare come canarini e a muoversi come leopardi nella savana ma continuano ad avere il fisico dell’ippopotamo. I fortunelli sono le persone che si muovono meno di un bradipo, mangiano la stessa quantità di cibo di un elefante e hanno il fisico di una gazzella. L’esistenza di queste categorie di persone, ha messo in difficoltà la selezione dei clienti e al centro del ristorante è stata creata una sala solo per loro. Il problema è che fortunelli e poveretti nella stessa sala, parlano tra loro durante la cena. I poveretti, per loro natura, sono tendenzialmente aggressivi verso i fortunelli. Diverse risse hanno costretto Mariastella a chiamare il pronto intervento.

Rosa avrebbe voluto aprire un’enoteca. Un locale elegante e pieno di gente vestita bene che sorseggia vino e parla dei tipi di vitigni da tutto il mondo. Rosa però dopo la prima lezione all’università di enologia, si è accorta che non sarebbe mai arrivata alla seconda lezione. Ha valutato una strada alternativa per arrivare allo stesso risultato. Dando fondo a tutti i risparmi degli ultimi cento anni della sua famiglia, ha aperto un’enoteca tra i monti e accoglie appassionati di vino con i suoi occhioni azzurri che nascondono benissimo la sua incompetenza. Lei distingue i vini in bianchi, rossi, rosati e in “mi piacciono” e “non mi piacciono”. Per lei altre categorie non esistono, per fortuna non è daltonica. Alle domande di clienti fastidiosi, reagisce subito ripetendo la domanda ad alta voce, quasi come per confermare di aver capito. In realtà ripetendo a voce alta e stringendo a pugno la mano destra, attiva la connessione internet mentale.  Un suo amico le ha installato un bottone nel palmo della mano, che attiva il cip che ha inserito nel piercing dell’orecchio. In questo modo la connessione internet cerca su google la domanda che Rosa ha appena ripetuto.  Pochissimi secondi dopo Rosa sente nella sua testa una voce, come quella che sentono a volte i matti, che le fornisce la risposta corretta. Poca spesa, ovvero impegno, tanta resa. La vita in fondo è semplicissima, basta avere l’amico giusto per la necessità giusta e Rosa di amici ne ha tanti.

Gertrude avrebbe voluto vivere una vita in continuo stato di ebbrezza. Per questo motivo, lavora come sommelier insicuro in un ristorante. All’arrivo del cliente, si avvicina al tavolo, porge la carta dei vini e dice “Torno tra poco per il vino”. Fino a qui tutto normale. Il cliente, infatti, non nota nulla di strano. Al collo Gertrude non ha il solito cucchiaio rotondo che i sommelier usano per assaggiare il vino, assicurarsi che sia di ottima qualità, per poi lasciare la bottiglia al cliente. Gertrude ha un piccolo pentolino di metallo da cucina, della capienza di 150 ml. Qualche minuto dopo aver preso l’ordinazione scelta del cliente, Gertrude torna al tavolo e procede con il servizio. Mostra in modo elegante l’etichetta del vino scelto, afferra con forza il cavatappi e con un gesto naturale apre la bottiglia. Avvicina il naso alla bottiglia, al tappo e versa nel pentolino 150 ml di vino per l’assaggio. Odora di nuovo il vino, muove il pentolino, per osservare il colore alza il pentolino di metallo verso la luce. Beve il vino, sposta il vino da una guancia all’altra. Indossa l’espressione dubbiosa di chi, non ha capito benissimo se la qualità è all’altezza. Ripete il procedimento e assaggia ancora. L’espressione dubbiosa non l’abbandona. Al terzo assaggio, con la bottiglia quasi vuota tra le mani, dice ai clienti che la bottiglia dev’essere cambiata. Torna poco dopo con una bottiglia nuova dello stesso vino, effettua un solo assaggio e porge con un sorriso la bottiglia ai clienti. Fino ad ora la proprietaria del ristorante, non si è accorta che dall’enoteca escono due bottiglie per ogni tavolo che ne ordina e ne paga una sola. Gertrude sa che nonostante gli incontri settimanali con la dottoressa che la segue per curare la sua dipendenza dal pentolino, il suo rapporto d’amore continuerà per sempre.

Carmela ha pensato a lungo su cosa fare, nel caso in cui non fosse nata piegata. Ha valutato diverse opzioni, ma dopo ore di meditazione  è arrivata a esprimere il desiderio di essere mantenuta. Nessuna responsabilità, niente orari, nessuna incombenza. Vuole un uomo che esca ogni mattina per andare a lavoro, la saluti in modo romantico con un bacio e che porti a casa lo stipendio necessario per tutte le spese. Carmela chiude la porta ed è libera di fare ciò che vuole, senza pensare a fare i salti mortali per far quadrare i conti. Nessun lavoro o attività da realizzare, vuole solo sapere che c’è qualcun altro che pensa alle sue necessità economiche. Il suo istinto generoso non l’ha abbandonata. Ogni tanto impiega qualche ora a settimana a dare una mano d’aiuto, ospita a pranzo a casa propria famiglie con nessun problema apparente pur d’aiutarli nelle incombenze quotidiane. A fine giornata quanto il marito rientra da lavoro, spesso trova cene luculliane oppure Carmela è pronta per uscire per andare a cena al ristorante.

Prussia avrebbe voluto prescrivere medicine.  Nella sua vita alternativa, è una dottoressa di base, segue le malattie stagionali, delle varie fasce d’età, prescrive esami di controllo. Ha un obiettivo: rendere il mondo un posto pieno di gente cosciente dei dosaggi di qualsiasi medicina per qualsiasi età, peso, patologia. Sogna un mondo di persone sane. A Natale regala ceste natalizie piene di ogni ben di medicina: paracetamolo, antidolorifici, antiinfiammatori e quanto di più utile ci sia per una pronta guarigione per qualsiasi tipo di malanno. I suoi pazienti sorridono, con una mano prendono la cesta, ricambiano gli auguri di buone feste e senza farsi vedere da Prussia con l’altra mano fanno gli scongiuri. Le ceste non sono ben accette e molti pazienti sostengono che portino sfortuna. In effetti dopo le festività natalizie, molti chiedono di cambiare medico di base. Insomma, non è che Prussia sia affogata di lavoro. Per riempire le giornate e mettere a servizio della comunità le proprie capacità, fa un secondo lavoro.  È la responsabile di alcuni corsi per sconfiggere le dipendenza.  Dipendenza di qualsiasi genere, anche dai farmaci.

Nunzia sogna dall’età di dieci anni di realizzare il sogno di diventare una famosa pianista. In età adulta, però si è resa conto della difficoltà di essere la protagonista di un tour di musica classica. Per ovviare al problema, ha optato per una soluzione più pratica. Ha inventato una novità nel campo delle terapie di supporto alla psiche. Una via di mezzo tra la pet therapy, e la music therapy.  Non aiuta persone che hanno difficoltà, a risolverle grazie al contatto con gli animali o con l’ascolto della musica. Lei aiuta gli animali a rilassarsi dallo stress quotidiano, grazie alla sua musica. Suona il pianoforte con lo stesso trasporto di Mozart, intanto con la coda dell’occhio controlla che i suoi clienti apprezzino. In questo modo passa le giornate suonando il piano senza stressarsi per la carriera. Evita i viaggi, si risparmia la fatica di fare migliaia di autografi, esclude a priori l’ansia per le conferenze stampa, guadagna un mucchio di tempo che dovrebbe occupare con le prove, non ha critiche da parte del pubblico, non c’è competizione. È riuscita a eliminare tutti i lati negativi di ciò che le piace fare. A lei basta suonare il pianoforte.

Non pensiate che, se le nostre piegate non fossero diventate tali, non si sarebbero mai conosciute. Le collaborazioni le avrebbero unite. Mariastella è lo chef del ristorante stellato che fornisce i pasti ai gatti dell’hotel di Charlie. Charlie collabora con Carla perché le proprie ricche clienti, possano stare fuori casa tutto il giorno a fare shopping, senza preoccuparsi dell’animale domestico. Prussia guadagna molto con i clienti contusi inviati da Mariastella e nei ritagli di tempo, cerca di curare con scarsi risultati Gertrude. Rosa fornisce vino a Mariastella. Gertrude lavora come sommelier nel ristorante di Mariastella, nella sala a destra.  Nunzia suona ai gatti ricchi che soggiornano da Charlie. Carmela ha un gatto, una personal shopper e adora andare a cena nella sala centrale del ristorante “Ho la scusa che devo mangiare altrimenti muoio”, anche se qualche volta il dopocena si è concluso in ospedale. In un’altra vita forse non sarebbero state piegate, ma sarebbero state insieme ugualmente.

Bestie da ufficio.-Se non fossero piegate.-Capitolo dieci.ultima modifica: 2019-11-25T09:00:45+01:00da D8_85
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