Devo andare al supermercato, per prendere le solite due cose che mancano in casa.
Penso di andarci in pausa pranzo, tanto in un ora riesco tranquillamente a uscire, passare in mensa a prendere qualcosa da mangiare, andare al supermercato, che è a settecento metri, e tornare a lavoro.
In mensa tutto fila liscio, in dieci minuti riesco a parcheggiare, scegliere cosa voglio, pagare e uscire. Mi restano ben cinquanta minuti. Voi penserete che è impossibile fare la spesa e tornare a lavoro in cinquanta minuti. Vi ricordo che sono una donna. Le donne in un ora, salvano il mondo. Nello stesso tempo SuperMAN è ancora alla ricerca del mantello e saltella per casa con una gamba infilata nella calzamaglia e l’altra nuda.
Arrivo al supermercato e scelgo un parcheggio strategico, vicino ai carrelli, prendo il carrello ed entro.
La lista della spesa, scritta su un post it fucsia, prevede: banane, mandarini, yogurt.
A leggerla penso che potevo evitare il carrello e usare il cestino. Ormai l’ho preso. Dieci minuti dopo nel carrello ho messo: banane, uva, succhi di frutta di tre tipi diversi, barrette ai cereali, farina per polenta, qualche confezione di salume, tre stecche di cioccolato fondente, assorbenti, uova, farina, formaggio. Fortuna che ho preso il carrello.
Già sui tacchi cammino con la stessa abilità di una gazzella appena nata, ci mancava la sfilata di me che dalla cassa all’auto, con le buste piene delle ” due cose” che ho preso, impiego venti minuti a percorrere cento metro.
Ci sono due casse aperte su cinque, anzi una si è appena autoeliminata accendendo la luce rossa. Mi chiedo perché fanno tutte quelle casse, se poi non le ho mai viste aperte in contemporanea. Tanto vale farne due e basta e tenerle sempre aperte. Vabbè. Mancano 35 minuti alla fine della pausa pranzo. Ce la posso fare, ce la posso fare ad arrivare in orario! Lo ripeto nella testa per convincere me stessa, perché a volte nelle cose basta crederci. Poi sono già alla cassa, cosa potrà mai succedere?