4 – Il chiacchierone…amico delle macchinette automatiche.

Ero intenta a leggere, su una panchina nella saletta d’attesa della stazione dei treni, mentre aspettavo che arrivasse il mio treno in perfetto ritardo di soli 35 minuti per persone non autorizzate sui binari. Io mi chiedo chi è che non ha capito che la passeggiare al mattino fa bene, ma non bisogna farlo lungo i binari. Vabbè, non voglio neanche saperlo, di sicuro lo conosco. Ho sentito parlare qualcuno, mi sono guardata intorno e c’ero io e un ragazzo che stava facendo il biglietto alla macchinetta automatica. Tutta la gente in attesa era sui binari. La voce era quella del ragazzo, nel frattempo la macchinetta dei biglietti elargiva il suo saggio consiglio. “Fate attenzione ai borseggiatori.” dicendo così, ti costringe a stare più tempo con le spalle rivolte verso la gente e i borseggiatori possono coglierti ddi sorpresa. Inizio che Trenitalia, abbia una percentuale sulla refurtiva dei borseggiatori. Comunque, avete capito, una di quelle che parlano per darti indicazioni su come fare.Questa:

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Subito ho pensato che avessi sentito male, che aveva parlato qualcuno che era poi uscito subito dalla sala d’attesa senza accorgermene. In realtà avevo sentito benissimo, infatti la stessa voce maschile ha detto:

Ragazzo: “Dove vuoi che te la metta?”

Ho alzato di nuovo lo sguardo e ho notato che a parlare era il ragazzo di fronte la macchinetta che non è particolarmente socievole, ma parla con te nel momento del bisogno. Ricordate, solo se avete bisogno di biglietti o abbonamenti.

Voce della Macchinetta: “Prego inserire la carta nella fessura indicata dalla luce verde.”

Ragazzo: “Ah ok scusa, ho visto ora.” Inserisce il bancomat. “Così va bene?”

Il ragazzo stava interagendo con la macchinetta. Sono rimasta a dir poco basita. La voce che si sente dalla macchinetta è una voce registrata, lo sappiamo tutti vero?

Ragazzo: “Oh brava, grazie. Sei stata proprio gentile. Ciao.”

Si siede accanto a me e chiama qualcuno.

Io inizio a pensare che forse la teoria che avevo da piccola, non è poi così sbagliata. Da piccola pensavo che dentro le macchinette automatiche di vario genere, c’erano dei nanetti. Sì sì, dei nanetti. Persone affette da nanismo.

Io pensavo che dentro la macchinetta del videonoleggio, per esempio, c’era un nanetto che nel momento in cui tu selezionavi il titolo del film che volevi prendere, lui lo cercava. Lo cercava fisicamente dentro un enorme cassa di legno in pochi secondi,  e te lo metteva nella finestrella che comunicava con l’esterno.

Stessa cosa per le macchinette automatiche delle merendine e del caffè. Immaginavo una vecchiettina nanetta che preparava in men che non si dica un cappuccino. Era il loro lavoro. Le persone alte lavoravano nei bar, i nani nelle macchinette automatiche. Solo per una questione puramente di spazi fisici, non di razzismo. Poi l’avvento di questi nuovi distributori di caffè dove c’è un bel vetro che ti permette di vedere tutta la “produzione” della bevanda selezionata, ha fatto sparire un mondo in cui credevo. Vedi il braccio meccanico che prende il bicchiere, lo sposta sotto un tubino da dove esce il caffè solubile, poi sotto il tubino dell’acqua calda ed è pronto. Il braccino meccanico mette il tuo caffè nello sportellino. La mia versione era più romantica. Un nanetto che prepara il resto e te lo butta nell’apposito vano. Una nanetta che ti prepara con cura un caffè e fa cadere la merendina che hai scelto.  Dopo essermi rassegnata all’idea che il mondo dei nanetti non esiste più all’interno delle macchinette, mi chiedo se forse, su questo,  il nostro ragazzo non sia stato aggiornato.

Il Ragazzo è ancora al telefono e dopo un po ‘ di chiacchiere su quello che sembra lavoro, dice al suo interlocutore:

“Si adesso guardo il prossimo treno che transita e poi vado a lavoro.”

A questa frase il mio cervello non può che porsi una domanda: perchè fai il biglietto e passi mezz’ora in stazione, a guardare i treni che passano come i bambini con i nonni? Troppe domande.

Lo so, lo so. Dovrei farmi i fatti miei. Basta voler capire tutto. Il ragazzo avrà avuto sicuramente un ottimo motivo a giustificazione del suo comportamento. Fatto sta, che mi sono sentita normale. Nel senso comune e noioso del termine. Spero che il biglietto lo abbia usato, magari per andare in una stazione più grande, dove transitano molti più treni.

Intanto è arrivato il mio treno, io salgo. Il Ragazzo guarda il treno.

P.S. un saluto alla signorina della macchinetta dei biglietti.

 

4 – Il chiacchierone…amico delle macchinette automatiche.ultima modifica: 2016-07-08T20:45:34+02:00da D8_85
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