Sono tutti in riviera, c’è la notte rosa. Magliette rosa, cocktail, spiaggia, concerti, sudore, ragazze mezze nude, locali pieni, fuochi d’artificio. Tutti sono immersi in questa cacofonia di corpi, odori, colori e suoni.
A circa una cinquantina di chilometri dalla riviera romagnola, c’è un’oasi verde, dove sorge il pub-birreria Mens Sana. La musica del locale fa ondeggiare la testa ai clienti seduti in piccoli tavoli di legno vivo, circondati da sedie bianche. In un angolo ci sono grandi tavoli e panche di legno, che ospitano sedici corpi, tra loro una sola donna.
Osservo tutto, seduta in un tavolo in disparte. Non capisco molto di quello che stanno facendo, anche se hanno provato a spiegarmelo più volte. Qui il rosa non c’è, non conta. Per loro conta solo il rosso, verde, giallo, blu, nero. I cocktail sono sostituiti da birre bionde, scure, rosse e qualche chinotto.
Avete mai pensato d’imbucarvi in situazioni a voi completamente estranee?
No? Allora seguite il mio consiglio e fatelo.
Conoscerete un mondo, forse strano di primo acchito, pieno di persone insospettabili che vi porteranno alla conquista del loro mondo. Lottano, si scontrano, sfidano la sorte, sperano in un colpo di fortuna pur di raggiungere il proprio obiettivo.
Sapete chi c’è tra di loro?
C’è l’impiegato dell’università di vostra figlia. Di mattina carica nel database i voti della vostra bambina e di sera è al Mens Sana che fa la guerra.
C’è il barista che vi prepara il cappuccino tutte le mattine. Proprio quel ragazzo che vi serve la colazione con la parlantina di Alberto Angela quando parla di Pompei. A un certo punto, passa tra i tavoli chiedendo:
“Ragazzi, con gli obiettivi ci siamo tutti?”
Al cenno positivo delle sedici teste, ordina:
“Via al tempo!” e tutto inizia.
Non avete ancora capito, dove sono? Vi do un aiuto.
Mi sono imbucata a una serata organizzata dal club Il Cannone.
Non sapete chi o cos’è Il Cannone?
È un club di Faenza, che raduna e recluta ragazzini, ragazzi, uomini e donne uniti dalla passione di stare insieme a giocare con carte, dadi, carri armati, stati, strategie, obiettivi.
Sono tra coloro che danno vita a Faenza Ludens (prossima edizione il 17 e 18 settembre 2016), un evento che una volta l’anno permette a tutti, esperti e curiosi di passaggio, di sedersi a un tavolo e giocare.
Cosa c’è di più bello che giocare?
Perdere la cognizione del tempo, non accorgersi che la luce che c’era quando è iniziata la partita, ha ceduto il posto al buio ormai da diverse ore.
Insomma, imbucatevi in una serata risikista, organizzata da Il Cannone, con i vostri bambini, da soli lasciando la moglie a casa per una sera, con un amico e perché no, con la morosa. Se la morosa resiste una serata a guardarvi giocare o addirittura gioca anche lei, è vero amore.
A parte gli scherzi seguite questi ragazzi che hanno passione da vendere. Sono di religione risikista, seguono il regime banghista, si svagano con i loro amici coloni. Vi accoglieranno volentieri nella loro comunità, vi spiegheranno l’uso strano che fanno di parole come sdadata, giraffa, letto e cartina. Imparerete a tirare i dadi con lo stesso stile di un giocatore di Las Vegas.
La serata termina all’inizio del nuovo giorno, la mezzanotte è già passata. Qualche chiacchiera, commenti sulle partite appena finite, consigli per le prossime e la certezza che ci si rivedrà presto.
Credo sia il modo più educativo e pacifico di fare la guerra, che si possa immaginare.
Un’alternativa umana ai siti di giochi online, che ogni tanto bisogna abbandonare. Una possibilità eccellente di creare amicizie, senza dover inviare una richiesta. Un luogo di chiacchiere vecchio stile, con la persona davanti, senza nickname ma al massimo un bel soprannome.
I miei complimenti ai ragazzi, che organizzano queste serate ricche di sana passione e voglia di uscire di casa. I miei complimenti allo staff del pub-birreria Mens Sana, giovani e perfetti padroni di casa, un luogo che non avevo mai visto ma che mi è piaciuto subito.