Le stagioni spiegate a una bambina.

“Giorgia, vai a portare la limonata fresca alla nonna. Ne sarà felice.”

La donna tese il braccio, sorreggendo a fatica la bottiglia di vetro appannata dal freddo della bevanda. Era magrissima, avrebbe dovuto avere almeno una decina di chili in più. I vari strati di vestiti l’aiutavano a sembrare più in carne di com’era. Solo la bambina e l’anziana madre avevano un peso quasi normale. Giorgia prese la bottiglia con entrambe le mani e la posò sul tavolo. Iniziò a svestirsi togliendo la giacca invernale, la cuffia di lana.

Laura vedendola procedere con calma la incitò: “Sbrigati ad andare di là o prenderai freddo, non vorrai mica ammalarti di nuovo.” Il fiato caldo si condensò in una nuvoletta. Giorgia srotolò la sciarpa da intorno al collo, ma tenne i guanti. Aveva le mani congelate, non riusciva a muovere le dita e aveva paura di far cadere la bottiglia. Uscì dalla fredda cucina e si chiuse la porta alle spalle. Bisognava sempre chiudere una porta prima di aprirne un’altra. Iniziava a sentire aumentare la sensibilità delle mani. Abbassò la maniglia ed entrò nella camera della nonna.

L’anziana donna era seduta su una sedia a dondolo. Leggeva un libro di ricette di cucina alla luce del sole che entrava dalla finestra. A Giorgia piaceva entrare nella camera della nonna, era l’unica stanza davvero calda della casa. Entrando aveva la sensazione che il corpo si svegliasse, funzionasse meglio. Per quello era destinata alla nonna che a più di ottant’anni, nata in una città sul mare, non aveva mai sopportato il freddo.

“Nonna ti ho portato la limonata.” L’anziana stupita chiese: “Una limonata? Dove avete trovato le derrate dell’esercito?” la bambina chiarì: “L’ha fatta con i limoni, li ho visti mentre la mamma te la preparava. Sono delle palline gialle giusto?”. “Non ci credo, sarà il solito preparato distribuito dopo la fine delle stagioni.” “No giuro, la mamma l’ha detto che non ci avresti creduto.” “Ma dove li avete presi?” l’anziana non poteva credere alle parole della nipote, era sbalordita. Le sembrava di esser tornata indietro nel tempo.

“Papà ieri è andato a lavoro dall’altra parte della città” disse Giorgia prendendo il bicchiere sul comodino della nonna, “ha raccontato che c’è un intero quartiere, di almeno tre strade, al sole.” Nonna Ada sorrise: “Che meraviglia!” la bambina continuò: “In un cortile c’era un uomo che stava annaffiando un piccolo albero di limoni con dei frutti. Allora papà gli ha chiesto se poteva dargli due limoni e in cambio gli avrebbe portato della neve, che avrebbe potuto far sciogliere e avere l’acqua, visto che in quel quartiere c’è siccità. Così oggi papà è partito con due secchi di neve ed è tornato con due limoni.”

Le mani piene di rughe afferrarono il bicchiere e lo portarono alla bocca. Gli occhi si chiusero, per un attimo le goccioline di sudore che le imperlavano sempre la fronte scomparirono. Bevve il primo sorso poi allontanò il bicchiere e lo osservò. Non le sembrava ancora vero, eppure il sapore era lo stesso. “Giorgia che bel regalo che mi avete fatto. Sono tornata indietro di settant’anni. Avevo circa la tua età quando preparavo la limonata con mia mamma, quasi tutti i giorni.” “Dove li prendevate i limoni?” chiese la bambina mentre si toglieva i guanti. “I limoni c’erano in abbondanza.”

La nonna guardava un punto fisso fuori dalla finestra. Vedeva il mare, gli alberi carichi di frutti. “nel giardino di casa erano gialli e profumati. Avevamo anche i pomodori e i meloni.” La nonna raccontava spesso storie di quando anche lei era una bambina, Giorgia le adorava ma non sempre capiva tutto. Molte delle cose raccontate dalla nonna non esistevano più. Si sedeva a terra vicino la sedia e stava ad ascoltarla.

Ada sentiva ringiovanirsi quando parlava del passato. Ricordare le stagioni, la temperatura che variava durante le ore del giorno, i cibi che cambiavano durante i mesi dell’anno. Apprezzava queste cose già da bambina. Ed ora che era costretta a restare chiusa nella sua camera per non morire di freddo nelle altre stanze, ancor di più. Sapeva che era una delle ultime persone che ricordavano la terra quando si alternavano le stagioni. Per questo voleva che sua nipote l’ascoltasse. Non voleva che il ricordo di quell’epoca, andasse perduto. Era difficile far capire alla nipote quello che la sua mente vedeva. Come poteva far dimenticare alla nipote il freddo che raggiungeva i meno trenta gradi in cucina e nell’altra camera e i venticinque gradi che c’erano nella sua camera? Per Giorgia quella era la normalità e non che l’intera casa e addirittura l’intera città avesse lo stesso clima. Ma voleva provarci.

“Guarda fuori dalla finestra, cosa vedi?” La bambina si alzò dal pavimento e appoggiò la fronte al vetro, sentiva il calore del sole. “Vedo solo il prato.” “Descrivi quello che vedi.” Giorgia non capiva cosa c’era di particolare fuori dalla finestra, era tutto normale. “C’è il prato verde anzi giallo, è un po’ secco qui sotto la finestra. Se guardi a destra vedi che fa il giro dietro la casa. Se guardo più lontano e a sinistra vedo la neve. La staccionata di casa qui davanti è marrone mentre a sinistra, verso il davanti della casa, è bianca ricoperta di neve perché davanti sta nevicando.” “Quello che tu vedi in questo momento, io non l’avevo mai visto fino a trent’anni fa. Quando avevo la tua età, se si guardava fuori dalle finestre potevi vedere un solo paesaggio e non due opposti nello stesso momento. Poi c’erano le stagioni di mezzo, di passaggio tra l’una e l’altra: la primavera e l’autunno. Erano le mie preferite.”

“Mi parli sempre delle stagioni, ma non capito bene come funzionava in passato.”

Ada sorrise malinconica: “Erano periodi di tempo durante i quali il meteo era sempre lo stesso, in almeno tutta la città. Devi far finta che la neve resti per tanti giorni e che sia in tutta la città. Poi piano piano inizia a sciogliersi tutta e arriva il prato verde per ancora tanti giorni. Si alternavano ma non c’erano mai insieme.” “Però così se tu un giorno volevi uscire fuori a giocare nella neve, ma erano i giorni di sole, non potevi. La stessa cosa accadeva se volevi giocare a palla o in bici sul prato, ed erano i giorni di neve. Giusto?” A Giorgia era difficile capire, strinse le sopracciglia e si formarono delle piccole rughe verticali tra gli occhi. Ada annui: “Giusto, hai capito!”.

“A me non sarebbe piaciuto.” rifletté Giorgia, “Io adesso posso decidere se giocare nella neve davanti casa o nel prato sul retro. Tu dovevi aspettare che lo decidesse il cielo. È meglio com’è oggi.” In quel momento la nonna sentì tutto il peso dei suoi anni. Ma voleva fare un ultimo tentativo. “Immagina allora il cibo: non scarseggiava, perché i semi c’erano. Oggi non abbiamo più semi perché gli insetti che volavano tra i fiori e gli alberi sono morti. Non hanno resistito ai cambi di temperatura che ci sono nel raggio di pochi metri. Nelle città dove invece il meteo è uniforme ma cambia diverse volte al giorno è impossibile coltivare.” “Per questo non c’è più frutta e verdura che ci sono nei tuoi libri di cucina?” “Si esatto, magari un giorno torneranno.” Una lacrima scese sulla guancia destra della donna. Giorgia non aveva mai visto piangere sua nonna. L’abbracciò e promise: “Nonna non preoccuparti un giorno torneranno le stagioni come quando eri piccola. Mamma ha detto che proverà a sotterrare i semi dei limoni qui davanti la tua finestra. Sono sicura che presto avremo un bell’albero di limoni.” Ada rivide sé stessa in sua nipote. Lo stesso entusiasmo che aveva caratterizzato anche lei fino a quando erano esistite le stagioni. Forse bisognava solo adattarsi a questo nuovo mondo dove in un chilometro di strada, si poteva avere il sole e il freddo polare alternati. L’umanità stava solo scontando la pena dei danni che aveva fatto al proprio pianeta. Un giorno la pena sarebbe finita e magari i figli di Giorgia avrebbero mangiato le migliori verdure, la miglior frutta mai assaggiata prima. Di certo l’uomo aveva capito che la natura poteva punirlo e poteva decidere, al suo posto, il suo destino.

Le stagioni spiegate a una bambina.ultima modifica: 2019-10-28T09:00:31+01:00da D8_85
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