Bestie da ufficio.-La lingua italianizzata delle piegate.-Capitolo otto.

 

Mi chiedo: se facessimo crescere un cucciolo di cane con le cure di un gatto, il cucciolo, da grande, miagolerebbe? O magari no. In fondo la lingua parlata non è altro che il frutto di quello che ci è stato insegnato. Come si può pretendere che un cane, cresciuto tra fusa e miagolii, da adulto abbai come un feroce cane da guardia?

Le piegate sono l’esempio eclatante di questo ragionamento. Ognuna di loro è cresciuta in un ambiente, in una famiglia diversa da quelle delle altre e queste differenze si evidenziano nella quotidianità dell’ufficio.

Carmela è la piegata con le difficoltà maggiori a farsi comprendere. È cresciuta in un paesello di un’isola misteriosa che pochi conoscono, la comunicazione con il mondo esterno limitata dal mare, ha intaccato il suo italiano in modo evidente. Per lei, assolutamente e completamente sono due sinonimi, ma non è così secondo il vocabolario. Nonostante i tentativi delle altre piegate di spiegare la differenza dei due avverbi, Carmela continua a usarli a sua discrezione e tocca alle altre piegate capire il senso del discorso. La lezione sugli avverbi, è stata preceduta dall’inutile lezione su “escilo”, che Carmela usa senza una regola apparente. Persino lei, lo usa in continuazione che non riesce a istruire le altre su come va, a suo parere, usato. Può dire esci i soldi (pagare), esci la spazzatura (buttare la spazzatura), esciti dal bagno (abbandona la stanza adibita al bagno), esci gli appunti (prendi a portata di mano gli appunti) e tante altre frasi di uso quotidiano.

Le autoctone della zona sono convinte che dire “Ho rimasto da fare, da sistemare, da finire…” sia italiano corretto. A sentire queste parole, un brivido spiacevole attraversa la schiena di Peppia che non può trattenersi e interviene dicendo: “Non si dice ho rimasto, si dice mi è rimasto… l’italiano prevede l’ausiliare essere”. Le piegate non lasciano a Peppia la soddisfazione di fare la maestrina, ma ne approfittano per porre l’accento sulle sue mancanze linguistiche: “Non si dice neanche le pop-corn, ma tu lo dici.”. Peppia non può fare altro che difendersi con un “Un articolo sbagliato, è meno grave di un verbo.”

Istruire le autoctone sulla dizione è un percorso ancora più insidioso dato che non distinguono la z dalla s. Voi direte, “Vabbè, Jovanotti ha fatto soldi a palate con un difetto di dizione.” Avete ragione ma provate a parlare con Prussia che in vacanza, fuori dalla propria regione, ha chiesto in una pizzeria: delle pisse. Tralasciando l’inesistente elasticità mentale del pizzaiolo, si è aperto un dibattito tra Prussia e il negoziante che vendeva solo pizza. Dopo circa quindici minuti e tanti gesti per indicare quale e quante pizze voleva, Prussia è riuscita ad avere le pisse che desiderava.

Carla, che vuole distinguersi dalla massa per il suo stile, formula le frasi in modo pittoresco, potremmo dire così. Un pomeriggio, Carla lascia tutti di stucco con la frase:

Oggi è la memoranza di quelli dei forni, se penso che il nostro dittatore almeno, non li mandava a cremarsi.” Non si tratta di un giorno durante il quale si ricordano tutti i fornai che, per volontà del dittatore allora in carica, erano esenti dall’idratarsi il corpo con crema adatta al loro tipo di epidermide. Si tratta del giorno della memoria dell’olocausto e del ricordare, che il dittatore allora in carica, aveva cercato di limitare il destino crudele di alcune categorie di persone destinate a morire nei forni crematori. Sia chiaro che Carla, non vuole assolutamente, o completamente secondo Carmela, sminuire l’importanza di un evento simile che ha segnato la storia dell’intera umanità.    In un’altra occasione le piegate si sono spaventate perché il linguaggio di Carla sembrava sottolineare un accenno di bipolarismo. Nel corso di una discussione lavorativa Carla ha detto, indicando la collega di fronte a lei “La sottoscritta qui presente”. Mariastella, additata da Carla, ha chiesto: “Ma io o tu?” a quel punto Carla, con la disinvoltura che la contraddistingue in questi casi, ha sorriso e ha ignorato la domanda. Il dubbio se si trattasse di bipolarismo o semplicemente di un linguaggio tutto suo, aleggia ancora tra le piegate.

Bestie da ufficio.-La lingua italianizzata delle piegate.-Capitolo otto.ultima modifica: 2019-10-21T09:00:19+02:00da D8_85
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