Io so che è così – 4 FABIO

Ennesima telefonata e telecronaca della giornata. Uguale a quella di ieri e del giorno prima. Pensa che le stesse parole le sentirà tra un mese.

Com’è possibile che una ragazza di diciannove anni, sia così rigida e schematica nelle sue giornate. Fabio è certo che le stia nascondendo qualcosa.  Questo dubbio gli frulla nella testa continuamente. Dorme, studia e fa volontariato. Manuela che ama andare al pub con gli amici il sabato sera e oziare la domenica mentre si gode un film sul divano. Ogni telefonata le stesse frasi. Dice di studiare e andare a letto dopo la telefonata, che è stanca e non vede l’ora di andare a dormire. Fabio pensa che sia una bugia. Immagina che Manuela si cambia, piastra i capelli proprio come piacciono a lui ed esce fino a tardi. Ha conosciuto molte persone nuove, anche se lei non parla mai di nessuno in particolare.  Parla sempre di “uno” che ha conosciuto a lezione, “una” delle ragazze che abitano con lei, “un amico” di una coinquilina.

Ha pensato di andare a Milano un venerdì sera dopo il lavoro. Partire senza avvisarla e farle una sorpresa. In cuor suo si vergognava di ammettere che la scusa della sorpresa, è un modo per controllare se alle dieci del sabato sera è in casa immersa nello studio.

Non è mai andato a Milano. Ha cercato di scacciare i dubbi nel profondo del suo inconscio. Ha fatto finta di non aver mai pensato cose del genere. Ha fatto bene a dare fiducia a Manuela. Quando è tornata per le vacanze di Natale, era di nuovo Manuela di un tempo. Sono usciti con gli amici. Sono andati a comprare i regali di Natale insieme. Hanno fatto l’amore con la stessa passione dei primi anni. Gli ha raccontato delle sue coinquiline, dei compagni dei corsi universitari. Durante quei dieci giorni tutto è tornato come un tempo. Fabio non ha accennato ai suoi dubbi. Non voleva rovinare l’atmosfera e vedere che in fondo Manuela non è cambiata per niente, l’ha tranquillizzato.

Tutto è stato rovinato dal suono del campanello di casa.

Fabio dormiva profondamente, la sera prima era rincasato alle due di notte. Sua madre l’aveva svegliato scossandogli un braccio con dolcezza. Gli ha chiesto di alzarsi subito, perché alla porta di casa c’era un carabiniere che lo cercava. Senza capire bene cosa stava accadendo si è alzato e infilato un paio di pantaloni.

Alla notizia che Manuela era stata trovata morta il suo cervello, si è come spento.

Aveva fatto tutto ciò che doveva durante il giorno. Aveva accompagnato il maresciallo a casa di Antonio. Era andato all’obitorio. All’obitorio l’hanno svestita e coperta la parte centrale del corpo con un lenzuolo. Aveva guardato quel corpo. Non gli sembrava lo stesso che aveva accarezzato la sera precedente mentre facevano l’amore, qualche ora prima di salutarsi davanti al vecchio e grande casolare di campagna di suo padre dove lui l’aveva riaccompagnata.  Effettivamente ora che ci pensava, non l’aveva vista oltrepassare la soglia di casa. Aveva fatto manovra mentre lei cercava le chiavi di casa nella borsa. Aveva guardato nello specchietto e non l’aveva più vista, sotto la debole luce posta sull’entrata, e aveva pensato che fosse in casa ed era andato via.  Forse nel buio del cortile c’era nascosto qualcuno. Manuela era stata aggredita, proprio nel momento in cui lui pensava che fosse al sicuro in casa.

Continuare a ripensare a quella serata stava diventando un’ossessione. Cercava di scovare un dettaglio, che potesse aiutarlo a capire perché Manuela non c’era più. Più percorre con la mente ogni minuto dell’ultima serata passata insieme, più crea confusione. L’unica certezza che ha è che in qualche modo avrebbe dovuto proteggerla. Il senso di colpa non lo abbandona mai.

Io so che è così – 4 FABIOultima modifica: 2018-07-25T19:13:40+02:00da D8_85
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