Bestie da ufficio.-Dottoresse di base.-Capitolo cinque.

Mi chiedo come mai non esiste una sola e unica medicina, per curare un determinato malessere.

Il medicinale X serve per il mal di testa. Il medicinale Y serve per la febbre. Il medicinale Z serve per il raffreddore.

Se il mondo dei medicinali fosse strutturato così, non ci sarebbero alternative tra cui scegliere per curare i malanni di stagione o i piccoli disturbi di salute. I passeri raccolgono i mozziconi delle sigarette e li lasciano nel nido, così evitano la proliferazione dei parassiti grazie alla nicotina. Loro non hanno scelta. La nicotina la possono trovare solo nei mozziconi, non possono di certo andare in tabaccheria o in farmacia a prendere i cerotti per smettere di fumare. Il loro è un mondo senza alternative, direi perfetto per auto medicarsi. L’esistenza di un mondo simile anche per gli Homo-piegati, non comporterebbe conseguenze alla domanda che Mariastella pone in realtà a se stessa ma purtroppo a voce alta.

Mariastella: “Che mal di testa! Dovrò prendere qualcosa altrimenti non mi passa più?”

Inizia un comizio sulla risposta.

Gertrude è la prima ad abbandonare la posizione da piegata, si alza e illustra la sua teoria.

Gertrude: “Prendi una dose quotidiana di Ketoprofene. Guarda io sto benissimo, prendo tre bustine al giorno, una al mattino sciolta nel caffè, al posto dello zucchero che fa male. Una bustina a pranzo sulla pasta al posto del parmigiano, perché troppi formaggi fanno ingrassare. Una la sera nel minestrone o per insaporire la spinacina.”

Prussia nel frattempo cerca sulla sua scrivania ricoperta da quintali di carta perfettamente disordinata, e recupera una scatola di medicinali che brandisce come uno scettro.

Prussia: “Gertrude ma che dici, la cura migliore è il paracetamolo. Lo possono prendere anche le donne incinte, i bambini. È un toccasana per qualsiasi cosa, dal mal di testa all’amputazione degli arti.”

Alla parola paracetamolo Charlie non può contenersi.

Charlie: “ Ma io sono allergica al paracetamolo. Non dovreste neanche tenerlo nei dintorni in mia presenza. Se lo prendo anche solo in mano, muoio all’istante. Io per il mal di testa, prendo l’ibuprofene 14.000. In farmacia non te la danno con una ricetta normale. Dicono che è troppo forte per gli uomini, mah…. Se vuoi, vado dal veterinario dei miei gatti, che è convinto che io possieda anche un cavallo, e mi faccio fare la ricetta. Domani te la porto, ok?”

Carla: “Sì ma lei ha mal di testa ora, non domani.”

Charlie: “Io le ho detto cosa faccio io, con l’ibuprofene 14.000 per cavalli basta una dose e stai da Dio.”

Carla: “Guarda Peppia cosa ho qui, tieni” dice Carla allungando una scatola a Peppia, che si guarda intorno smarrita “Sono cerotti per il dolore muscolare.”

Rosa: “Ma sono quelli che io uso quando mi vengono gli strappi alla schiena, basta uno per dodici ore e stai meglio, ma non per il mal di testa.”

Carla: “ Lo so che servono per il mal di schiena, ma io ho studiato un nuovo metodo per usarli. Basta usarne tredici o quattordici alla volta per dodici ore. Ti avvolgi tutta la pancia e le cosce con i cerotti. Così il mal di testa sparisce e intanto sembri più magra. L’importante è tirarli bene per strizzarsi la ciccia.”

Rosa: “Ma sei sicura che ti passi il mal di testa, se ti ricopri di cerotti per il mal di schiena?”

Carla: “ Certo che ti passa, pensi solo al fastidio che ti danno tutti quei cerotti. Ti strizzano come un pezzo di carne sottovuoto, ti dimentichi di avere mal di testa.”

Nunzia “Io ti consiglio di andare al pronto soccorso, il mal di testa potrebbe essere il sintomo di qualcosa di molto grave.”

Peppia guarda le Homo-piegate -medici di base che hanno cercato di promuovere al meglio il proprio prodotto. Quasi impossibile da credere, ma Peppia non sa cosa fare.

Deve scegliere tra cucinare con il ketoprofene, doparsi come un cavallo, arrotolarsi in metri e metri di cerotti anti dolorifici o tagliare la testa al toro e prendere del paracetamolo. Quest’ultimo a quanto pare, tornerebbe utile anche al toro decapitato. Medita tra sé qualche secondo e come sempre la sua forte personalità, ha la meglio.

Peppia: “ Ho deciso…”

Le colleghe, in trepida attesa di sapere chi di loro ha offerto la diagnosi vincente, si lanciano sguardi si sfida. Hanno in mano il medicinale suggerito. Hanno lo sguardo orgoglioso che ha colui che viene premiato, quando allunga il braccio per dare la mano al sindaco davanti alla cittadinanza, mentre si riceve un’onorificenza.

Peppia: “ Vado a casa e dormo un po’. Silenzio, tranquillità e un po’ di riposo sono la cura migliore per il mal di testa.”

Lo sconforto invade il volto delle Homo-piegate . Tornano a chinarsi sulla scrivania a testa bassa, nella loro tipica posizione, per nascondere la delusione.

Tanta fatica per nulla.

 

Bestie da ufficio.-Dottoresse di base.-Capitolo cinque.ultima modifica: 2019-09-10T10:39:06+02:00da D8_85
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